Il nuovo volto dell’integrazione
uno straordinario evento in nome dell’accoglienza e del lavoro dignitoso
Si è svolto il 20 dicembre scorso, a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, il Convegno “Il nuovo volto dell’integrazione”, organizzato dalla Fai e dalla sua Fondazione, dalla Cisl e dall’Anolf. All’iniziativa, che ha visto la partecipazione di oltre 800 persone, sono intervenuti il Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, il Ministro dell'Interno Marco Minniti, don Aldo Buonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII, Mohamed Saady, Segretario nazionale della Fai Cisl e presidente Anolf, e Paolo Terrinoni, Segretario Generale della Cisl Lazio.
Le relazioni sono state intercalate dalle testimonianze di alcuni giovani migranti: Etti Hamada, bracciante agricolo della provincia di Bari; Fkreyesus Ghilay Nardos, rifugiata di origine eritrea; Abdel Djellil Mostefai, italiano di seconda generazione e Maria Ilena Rocha, Responsabile nazionale del Coordinamento Donne Anolf. Ha chiuso i lavori la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, mentre la relazione introduttiva è stata tenuta da Luigi Sbarra, Segretario Generale della Fai Cisl.
Nel suo intervento, Sbarra ha sottolineato che “c’è una narrazione da reimpostare sull'immigrazione”, una concordia da riconquistare a partire dal superamento di luoghi comuni e stereotipi, come quello secondo cui l’immigrato ruba il lavoro agli italiani: “Ma i dati dicono che crea occasioni aggiuntive, muove economie altrimenti assopite; il lavoro migrante contrattualizzato e ben tutelato genera quasi il 9% del Pil nazionale, circa 130 miliardi ogni anno”. La seconda idea infondata, citata da Sbarra, riguarda la retorica dell'invasione, visto che in realtà le quote di cittadini stranieri sono in linea con la media europea, mentre la terza bugia indicata è quella secondo la quale il migrante toglie il futuro ai nostri giovani: “Ma i numeri dicono esattamente il contrario: il lavoro non italiano fornisce al nostro sistema previdenziale una maggiore solidità in termini di entrate, alimentando le casse dell'Inps di 300 milioni l'anno sotto la forma di contributi mai riscossi". Il sindacalista ha poi ribadito il ruolo del lavoro agricolo ambientale e forestale sia nei Paesi in via di sviluppo che nei processi di integrazione degli immigrati: “Quando si opera in un contesto lavorativo ben regolato e contrattualizzato, privo di elementi discriminatori, allora questo impiego diventa un canale privilegiato di inserimento e cittadinanza. La buona agricoltura innesca uno scambio fecondo, che da un lato sostiene la nostra economia, e dall'altro genera nuova partecipazione. Negli ultimi anni, sono stati spesso i nuovi arrivati a mantenere vive comunità rurali tenute a lungo ai margini delle nostre politiche di sviluppo. Lavorano soprattutto nell'agricoltura e nella zootecnia, ma molti sono impegnati anche nella forestazione e nella riqualificazione dei territori montani: donne e uomini che trovano nel buon lavoro una via di crescita professionale, familiare e umana”. Luigi Sbarra ha dunque sottolineato il bisogno di “avviare una stagione nuova nella gestione delle problematiche connesse al fenomeno dello spostamento dei popoli. Caporalato, contrasto alla tratta, procedure di salvataggio e accoglienza, sistemi di inclusione, modelli di integrazione sociale e lavorativa: sono tessere di un mosaico che va composto senza escludere le responsabilità di nessuno, in un contesto di vero e strutturato dialogo sociale, vorrei dire di concertazione”. “Dobbiamo uscire finalmente – ha affermato il Segretario Generale della Fai – da una logica dell'emergenza e da un'eterna gestione del presente, imprimendo una prospettiva a politiche e soluzioni positive per i migranti, per le loro famiglie, per lo sviluppo dei Paesi d'origine. E anche per le nostre comunità, che si arricchiscono nell'incontro proficuo delle diversità”.
Il Presidente della Cei Gualtiero Bassetti, invece, ha indicato come “la parola integrazione voglia dire pace”, aggiungendo: “Integrazione non significa assimilazione delle identità, ma, al contrario, vuol dire mettere insieme, condividere ciò che si ha. Significa riconoscersi, e riconoscere che tu sei un altro me stesso”. Bassetti si è detto inoltre fiero per ciò che l'Italia sta facendo, ma ha sottolineato “la tanta solitudine nel gestire tutto da soli, come singoli Paesi”. “Europa e Mediterraneo – ha incalzato, ricordando una lezione di Giorgio La Pira – sono strettamente collegate, non esiste Europa senza Mediterraneo”.
A parlare di tratta è stato Don Aldo Buonaiuto, che in un toccante intervento sullo sfruttamento della prostituzione ha sottolineato come “parlare di clienti sia troppo nobile quando si parla di persone che distruggono la vita di donne e ragazze. C'è un'ingiustizia insopportabile in Italia, fatta di tratta e di prostituzione: dobbiamo dissociarci tutti da chi devasta le vite delle persone più vulnerabili”.
Il Ministro dell’Interno Marco Minniti, invece, ha evidenziato come il fenomeno della migrazione dei popoli sia un elemento strutturale, e non emergenziale: “Chi dice il contrario alimenta il vento dei populismi”. “Continuare ad affermare che la questione politica possa essere affrontata come emergenza è il contrario di quello che serve. I riformisti lavorano per mettere in campo una visione strutturale e complessiva”. Sul tema euromediterraneo, il Ministro ha detto che “c'è bisogno di una visione unica che unisca i due continenti. Nei prossimi venti anni l'Europa sarà lo specchio dell'Africa”. Africa che “è un continente molto ricco di materie prime: dobbiamo raffreddare i conflitti e aiutare a costruire istituzioni e classi dirigenti credibili”. Un passaggio fondamentale è stato quello sul caporalato: ricordando l'incontro del 18 ottobre scorso con i sindacati confederali e di categoria, Minniti ha richiamato l'importanza di una “legge di civiltà” come la 199, rilanciando l’idea di “una grande alleanza strategica tra istituzioni, sindacati e imprese” per un contrasto davvero efficace e partecipato.
A concludere l’incontro è stata la leader della Cisl Annamaria Furlan, che nel suo intervento ha affermato: “Il Paese sta disperdendo terribilmente i suoi valori, il senso della solidarietà. L'Italia che noi vogliamo, invece, mette al centro il tema della dignità della persona, apre le braccia all’accoglienza, al valore sociale del lavoro”. In merito alla legge sulla cittadinanza, Furlan ha sottolineato la necessità dello Ius Soli: “Cerchiamo di farla in questa legislatura, non servono tatticismi elettorali, guardiamo invece ai tanti italiani che questo diritto l’hanno già riconosciuto. Perché se è vero che c'è una parte del Paese, quella rappresentata in qualche talk show, che non la vuole, è vero anche che la grande maggioranza degli italiani sicuramente la vuole. Riteniamo – ha continuato Furlan – sia importante nel nostro Paese affermare che ogni bimbo e ogni bimba che nascono sul suolo italiano siano italiani e italiane. Il modo per rappresentarli è quello di dare loro questo diritto di cittadinanza nello stesso momento in cui nascono, studiano e giocano con i nostri figli”. Con questo evento, secondo la Segretaria Generale della Cisl, “abbiamo voluto dare un messaggio forte contro gli stereotipi che purtroppo affliggono il tema dell’immigrazione. Senza lavoro migrante regolare, ben tutelato e retribuito, un settore centrale come l’agroalimentare italiano non potrebbe esprimere la propria eccellenza. Serve buona integrazione, inclusione, riconoscimento di diritti per tante donne e tanti uomini oggi stretti nella morsa dello sfruttamento e del caporalato. La legge 199 è un passo determinante, ma non basta: bisogna aprire una stagione di contrasto partecipato dalle parti sociali e dal sindacato sui territori. Solo agendo insieme e dalla prima linea potremo garantire un futuro di dignità a queste persone e alle loro famiglie”.